La gestione delle informazioni in logistica

Per una corretta ed efficiente gestione del magazzino non si può prescindere da una conoscenza completa di tutti i flussi di merce e i processi di scambio di informazioni che possono interessare il magazzino stesso.
Il presupposto della logistica risiede nella sua stessa definizione, che reinterpretata e resa concreta, si può sintetizzare così: la logistica ha il compito di coordinare nel tempo e nello spazio i flussi di merci e informazioni, perseguendo l’obiettivo di supportare operativamente acquisti e vendite di materiali, alle migliori condizioni di efficacia ed efficienza.

Dunque, per gestire qualsiasi processo logistico (si tratti di trasporti o di magazzinaggio), è necessario conoscere quali (e come) flussi lo interessano.
Flussi di merci: nel caso del magazzino, sono i flussi delle merci in ingresso (prodotti finiti o semilavorati), i flussi interni di ingresso e uscita da stock, oltre alle manipolazioni e ricondizionamenti, e infine i flussi in uscita, rappresentati dagli smistamenti e dalle spedizioni.
Flussi di informazioni: ogni flusso di merce, per essere gestito dal punto di vista logistico, deve essere accompagnato dal relativo flusso di informazioni. Tali informazioni attraversano il magazzino esattamente come le merci, e come esse, durante questo passaggio subiscono smistamenti, modifiche, consolidamenti.

Il magazzino si deve schematizzare quindi come un luogo fisico che ha dei punti di ingresso e di uscita ben definiti, entrando o uscendo dai quali merci e informazioni vengono mosse e manipolate.

L’aderenza costante e reale delle informazioni alle merci cui si riferiscono è fondamentale per la corretta gestione di tutto il processo logistico di magazzino. Le informazioni, infatti, sono lo strumento attraverso il quale chi gestisce il magazzino può assumere decisioni e agire per migliorare efficacia ed efficienza; evidentemente, se esse sono corrette e aggiornate, le decisioni prese potranno essere migliori.

Dunque, un primo e fondamentale principio di gestione del magazzino è la coerenza e aderenza tra merci e informazioni. Anzi, tale attributo rappresenta un pre-requisito per la gestione del magazzino.
Per esempio, è facile intuire quali decisioni sbagliate si potranno prendere se, per esempio, la giacenza contabile di un dato articolo è diversa da quella fisica, reale: ne scaturiranno errori nel calcolo dell’approvvigionamento, problemi nella messa a disposizione dei materiali, e in ultima analisi rischio di mancate vendite.

Questo principio di gestione del magazzino insegna che la logistica non è soltanto movimentazione fisica di merci, ma anche, e direi innanzi tutto, la gestione delle informazioni, e il loro utilizzo per movimentare al meglio le merci, alla ricerca di efficacia ed efficienza.
E’ chiaro quindi che il Sistema Informativo di gestione della logistica, che permette il trattamento di dati e informazioni, assume la stessa importanza strategica di altri fondamentali assets logistici, quali il know how specifico, i magazzini, gli impianti fissi e mobili, ed anzi assume il ruolo di “sistema nervoso” che sovrintende e coordina tutte le fasi logistiche.

Buona logistica!

Le attività operative del trasporto e del magazzino


Abbiamo visto che l’Operatore Logistico, per svolgere il suo ruolo in maniera adeguata e proattiva, dal punto di vista della facilitazione al cambiamento e al miglioramento dei processi logistici, deve possedere la capacità di realizzare e sviluppare un sistema informativo funzionale alle attività logistiche, e contribuire all’ottimizzazione dei processi tramite un’impostazione consulenziale della loro gestione (anche se sarebbe meglio definirla co-gestione, in coordinamento col cliente).

Su questi aspetti, di per loro molto vasti e importanti, torneremo di certo in seguito.
Ci soffermiamo ora, invece, sulla prima e forse più importante caratteristica che deve possedere l’operatore logistico: la capacità operativa, o, in altre parole, l’idoneità a realizzare nel concreto le attività logistiche connesse con il suo ruolo. Come ben si capisce, essere in grado di svolgere un lavoro è il prerequisito per… svolgerlo, e ovviamente per venderlo.

Ma in cosa si sintetizzano le attività operative della logistica?
Esse si differenziano a seconda della posizione occupata dall’operatore logistico nella filiera. Riassumiamo questi ruoli, e diamo l’elenco delle attività operative di ognuno, specificandone anche le risorse necessarie; nei prossimi articoli analizzeremo in dettaglio ognuna di esse.

Ruolo del Trasportatore o Vettore
E’ il soggetto che trasporta le merci, in inbound o outbound rispetto ad un magazzino (rispettivamente in ingresso e uscita dal magazzino considerato), e le fasi operative che deve saper svolgere sono:


- Trasporto: veicoli, autisti, sistema informativo geografico, sistema per la programmazione viaggi
- Magazzinaggio intermedio: si tratta del transito della merce nei cosiddetti magazzini di interscambio, o transit point. Sono magazzini esclusivamente di movimentazione ed uscita merce, che non possiedono stock, e si identificano spesso nelle piattaforme distributive: piccoli depositi dove, nel giro di poche ore, le merci vengono scaricate e ricaricate, per cui alla fine del ciclo lavorativo il magazzino appare vuoto
- Gestione dei documenti di trasporto: in accordo con la natura delle merci trasportate, devono essere redatti e utilizzati per il trasporto dei documenti prescritti dalle norme; in caso di sosta intermedia e ricarico delle merci, i documenti della seconda tratta di viaggio sono preparati dal trasportatore.



Ruolo del Magazzino
E’ il soggetto che immagazzina le merci, e esegue su di esse determinate lavorazioni che le modificano nel contenuto o solo nell’imballaggio, e che comprendono spesso diversi passaggi di disaggregazione e riaggregazione di merci secondo criteri variabili.
Le attività operative più tipiche di un magazzini sono:


- Ricevimento merci: occorrono spazi adeguati, banchine mobili (dette ribalte), personale operativo e mezzi di movimentazione adeguati ai pesi da spostare
- Spunta e messa a stock della merce: occorrono sistemi (manuali o informativi) per il controllo merci, e impianti di stoccaggio adeguati al tipo, peso e dimensioni delle merci stesse
- Ricevimento e preparazione ordini: occorrono sistemi di gestione degli ordini, attrezzature per il prelievo (carrelli commissionatori, ecc.), attrezzature per l’imballo e per lo smistamento dei colli; oltre ovviamente al personale operativo in grado di svolgere tali mansioni.
- Spedizione merce: è l’attività speculare a quella di ingresso, per la quale devono essere presenti attrezzature e personale adeguati.

In generale le attività operative “concrete” che l’Operatore Logistico deve essere in grado di svolgere sono legate strettamente alla capacità di disporre, organizzare, coordinare nel tempo e nello spazio delle risorse tipicamente labour-intensive, quali le risorse umane; e inoltre risorse tipicamente money-intensive, quali quelle relative a veicoli di trasporto, magazzini, impianti fissi e mobili, e sistemi operativi.


Si tratta dunque di risorse di complessa e costosa gestione, che presuppongono competenze e professionalità adeguate, oltre ad un mercato potenzialmente vasto e in grado di ripagarne i costi. Tutti elementi, questi, che concorrono alla ridotta consistenza del numero di operatori logistici effettivamente in grado di operare con efficacia ed efficienza nel settore.

Sottolineo che i medesimi requisiti e capacità devono possedere anche le funzioni logistiche interne alle aziende che scelgono di gestire la filiera logistica direttamente, senza ricorso ad appaltatori esterni.

Rimando ad altri articoli ulteriori e necessari approfondimenti sulle competenze dell’operatore logistico.

Buona logistica!

Il ruolo degli operatori logistici – seconda parte


Abbiamo visto nella prima parte quali sono i requisiti che un Operatore Logistico deve possedere per esprimere la sua attività e dare corso al valore aggiunto che il cliente si attende da esso: capacità di operare, capacità consulenziale, e capacità di sviluppare i propri sistemi informativi a supporto delle prime due.
Vediamo ora in dettaglio queste caratteristiche.

- Capacità di operare concretamente nelle attività logistiche

E' la base necessaria, che consiste nell’avere a disposizione, o rendere disponibili, le risorse atte ad operare in campo logistico. Si tratta di risorse strumentali, quali magazzini, veicoli, attrezzature, infrastrutture in genere, e di risorse umane, intese come operatori e addetti, dalla cui abilità dipende spesso il buon risultato di un servizio logistico. Inoltre, ma non ultima, la capacità di gestire queste attività labour-intesive, senza la cui organizzazione i risultati non arriveranno.

- Capacità consulenziale

Si traduce nella attitudine a comprendere, codificare e normare con precisione le esigenze del cliente, progettando e realizzando sistemi logistici aderenti ad esse. Questa abilità è fondamentale per realizzare servizi logistici idonei alle richieste, che forniscano esattamente ciò che il cliente richiede, senza eccedere in offerte non desiderate, e senza restringere l’offerta stessa entro confini troppo ridotti rispetto ai desiderata. Mentre nel caso della capacità operativa, essa rappresenta una condizione senza la quale l’operatore non può nemmeno esistere, in questo secondo caso, tale caratteristica è abbastanza rara, e circoscritta a poche aziende.

La terza, ultima e funzionale, capacità dell’operatore logistico risiede in quella di saper progettare, sviluppare e adattare alle diverse esigenze un proprio sistema informativo; questa parte, rappresentando il sistema nervoso e cognitivo del servizio, è ciò che rende possibile l’efficiente ed efficace utilizzo delle risorse operative, oltre che l’analisi e l’ideazione di nuove soluzioni. Un buon operatore logistico investirà quindi massicciamente in questa area.

Ma quali sono le criticità incontrate nel corso della cessione di attività a operatori logistici?
Sostanzialmente due, entrambe di tipo organizzativo e “politico”.


La prima consiste nel fatto che l’azienda cliente, cedendo attività all’esterno, deve rinunciare al controllo o per lo meno accettare una ridotta conoscenza del proprio futuro logistico: ciò porta spesso a “irrigidire” il contratto logistico, impedendo di fatto al fornitore logistico di applicare la propria esperienza in funzione migliorativa.
La seconda, tutta dell’operatore, è legata alla necessità di uso di risorse umane “esterne” (cooperative, lavoratori interinali), alle quali, per mancanza di fidelizzazione, “partecipazione” ai valori aziendali e tensione al miglioramento, è difficoltoso applicare politiche di gestione basate sulla partecipazione dei dipendenti e sul raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Per ovviare a queste criticità, la soluzione è quella della chiarezza e univocità di suddivisione dei compiti e delle responsabilità; quindi contratti di servizio chiari ed espliciti, livelli di servizio e tariffe oggettivi, gestione dei contratti affidati a professionisti.

Sono temi molto interessanti che avremo modo di approfondire anche in seguito.

Buona Logistica!

Il ruolo degli operatori logistici - prima parte


La figura dell’Operatore Logistico, inteso come un’entità complessa in grado di prendere in carico la gestione non solo delle attività elementari che costituiscono la filiera logistica, ma anche la loro organizzazione e il loro coordinamento, nasce negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’80, quando alcune imprese specializzate in determinate funzioni (ad esempio, i trasporti, i magazzini, il controllo qualità), assunsero un ruolo più autonomo e indipendente.

Si tratta dunque di soggetti, e di competenze, relativamente giovani nel mondo economico, e per ciò stesso ancora oggi nella fase di definizione e disegno dei confini operativi e gestionali.

Oggi la definizione di questi soggetti è quella di aziende che svolgono tutte le attività proprie della logistica, agendo come outsourcer fornendo servizi specializzati.
Il ruolo che tali soggetti oggi ricoprono è duplice, osservandolo dal punto di vista dell’operatività e del valore aggiunto atteso.

Dal punto di vista dell’operatività, queste aziende sono dei partner operativi completi che, in quanto responsabili in blocco delle attività logistiche dell’azienda cliente, sorpassano e ridefiniscono la moltitudine di piccoli soggetti a cui precedentemente il cliente affidava le varie parti della catena logistica.


Non più quindi un operatore per il trasporto dai produttori, uno per la gestione del magazzino materie prime, uno per la gestione del magazzino di produzione, uno per il magazzino prodotti finiti, un altro ancora per la distribuzione alla rete di vendita, e così via, bensì un interlocutore unico dotato di know how completo, infrastrutture e sistemi informativi adeguati.
Dunque un ruolo di soggetto unificatore di competenze e di costi.

Il secondo ruolo, coesistente col primo, è quello di soggetto che, proprio in quanto detentore del know how tecnico, può introdurre nell’attività logistica del cliente delle “riforme”, o delle modifiche strutturali, capaci di migliorare i risultati per il cliente in termini di qualità e costi del servizio.
Dunque un ruolo di promotore di proposte per migliorare qualità e costi.

Ma quali requisiti e conoscenze deve possedere l’operatore logistico per poter ricoprire adeguatamente questi due complessi ruoli?
Li possiamo sintetizzare così:
Capacità di operare concretamente nelle attività logistiche
Capacità di fare da “consulente interno”



Funzionalmente a queste due, anche la capacità di sviluppare i propri sistemi informativi.


Nella prossima puntata analizzeremo più nel dettaglio questi requisiti propri del moderno operatore logistico.

Buona Logistica!

Logistica e crisi economica


Il 2009 è, per tutti i settori dell’economia e senza ombra di dubbio, uno degli anni peggiori in termini di crescita economica. Le stime più recenti parlano, relativamente al settore dei servizi logistici, di decrescita del mercato, su base mondiale, intorno a valori del 9 - 10%. Questo dato generale è in realtà molto variabile da settore a settore, poiché esistono settori che hanno perso volumi in percentuali diverse.
Tuttavia, come ho già scritto, la logistica presenta decrementi minori di quelli dei volumi dei corrispondenti settori merceologici, la qual cosa significa che, nonostante l’annus horribilis dell’economia mondiale, il settore logistico ha continuato, relativamente a sé stesso, a crescere.

Ma come affrontare la crisi, in ambito logistico?
Premettendo che la ripresa dei volumi, i cui primi deboli segnali cominciano a vedersi, riporterà l’economia sui valori del 2007 tra almeno 2 – 4 anni, è chiaro che non è possibile “attendere” passivamente che il mercato si riprenda, per tornare quindi automaticamente ai livelli pre-crisi.

Il momento di crisi è infatti un problema, ma anche un’opportunità; in particolare lo diviene per quelle aziende che, già partendo da una situazione di solidità, utilizzano la crisi per ottimizzare processi e costi, uscendo da essa ancora più rafforzate. Il periodo di crisi è una occasione in cui si realizza una sorta di “selezione” delle aziende, a seguito della quale il sistema ripresenta sullo scenario soltanto quelle aziende che hanno avuto la capacità di affrontare attivamente la crisi, ne hanno sfruttato gli effetti per ridurre i costi; mentre non ricompariranno quelle aziende, purtroppo molto spesso piccole o poco strutturate, la cui debolezza ha loro impedito di “gestire” il momento di calo dei fatturati.

Ma COME si deve gestire la logistica in un periodo di crisi? Quali sono le cose da fare per evitare che un momento come questo possa far morire l’azienda, e quali quelle per dotarsi di un vantaggio competitivo che tornerà utile passato il periodo nero?

Per essere molto concreti, ecco cosa.

1) Anzitutto capire da cosa nascono le difficoltà logistiche:
- allungamento del ciclo di incasso per i servizi forniti
- riduzione dei volumi di mercato (con generazione di eccesso di scorte e di eccesso di capacità di trasporto)
- minore “collaborazione di filiera” dovuta al propagarsi delle difficoltà a tutti i suoi attori
- rischio, conseguente, di prendere decisioni emotive

2) per ognuno di questi “fattori di rischio”, individuarne le soluzioni più efficaci a medio-lungo termine: il primo errore da evitare è di ridurre indiscriminatamente fattori produttivi, scorte, ecc. Studiare nuove soluzioni, implementare modifiche nella catena logistica, può significare essere pronti, e il pole position, quando i mercati torneranno a crescere.

Innovare
- NON ridurre la qualità per tagliare i costi; invece, ottenere risparmi studiando i processi fin nel loro dettaglio, e individuare elementi da
- MODIFICARE
- ELIMINARE
- SEMPLIFICARE
Secondo i principi dell’analisi Tempi e Metodi, e dell’uso delle risorse.

Gestire le opportunità
Gestire
le scorte di filiera in maniera oculata, non riducendole indiscriminatamente, ma in maniera selezionata.
Comprendere e sfruttare le riduzioni dei costi che si osservano storicamente durante le fasi recessive:
- riduzione dei costi dei carburanti: incide sui costi di trasporto, permettendo di ridurli percentualmente; oppure, di ridurre le scorte e incrementare la frequenza dei trasporti, fino al punto di pareggio
- riduzione dei costi delle materie prime: per aziende commerciali e distributive, la riduzione dei costi di metalli, derivati del petrolio, ecc. suggerisce di gestire le scorte in modo speculativo (acquisti extra a minori costi unitari); da mettere in pratica soltanto se le merci sovra-acquistate non corrono rischi di obsolescenza, dato che si può prevederne lo smaltimento delle scorte solo alla ripresa del mercato

Preservare la qualità
Aumentare la flessibilità e l’agilità del sistema logistico, tramite una sua analisi critica, precisa e rigorosa, e approcciare il problema della riprogettazione della supply chain non soltanto riducendo i costi, ma con la medesima attenzione alla conservazione, se non addirittura all’incremento della qualità.

Sono sfide complesse, difficili, ma che, se il logistico saprà vincere in questi mesi, daranno all’azienda un vantaggio competitivo strategico sia durante la crisi, che alla ripresa del mercato. Gli strumenti a disposizione del logistico saranno quelli della sua competenza e della sua creatività, dall’analisi operativa alla visione d’insieme, alla capacità di trarre dai collaboratori e dai soggetti terzi spunti e idee di miglioramento.

Buona Logistica!

Le attività operative della catena logistica


All’interno delle diverse fasi operative della catena logistica, che possiamo immaginare come gli anelli della catena stessa, che collegano altri anelli e che costituiscono loro stessi parte integrante della catena, si distinguono diverse attività, e diversi luoghi di giacenza o manipolazione delle merci.
Queste diverse fasi devono essere approfondite per analizzare dettagliatamente una catena di fornitura, come abbiamo definito la Logistica.

Riprendendo le fasi della logistica che abbiamo visto un precedente post, definiamo queste attività:

Fase del trasporto dai produttori al magazzino centrale
- Coordinamento dei produttori
- Elaborazione ordini
- Organizzazione trasporti e loro consolidamento (cross-docking su piattaforme logistiche)
- Esecuzione di trasporti speciali (voluminosi, eccezionali, marittimi, aerei, ecc.)
- Sdoganamento (per merci provenienti da produttori esteri)

Fase di lavorazione nel magazzino centrale
- Ricevimento e controllo
- Controllo qualità
- Gestione giacenza e stock (scorte, gestione FIFO, LIFO)
- Ricezione e processamento ordini
- Preparazione ordini
- Smistamento pezzi e confezionamento
- Imballaggio e smistamento

Fase di trasporto al cliente finale
- Consegne a clienti
- Gestione piattaforme o transit points
- Gestione flotta mezzi
- City Logistics
- Gestione reclami (claims)

Per ognuna di queste fasi e delle relative attività di cui esse si compongono, ci sono impianti, risorse, procedure, mezzi, attrezzature e software dedicati a gestirle.
Ogni attività di ogni fase presenta delle particolarità e delle esigenze specifiche, che suggeriscono, per ognuna di esse, di sviluppare l’insieme di risorse e di procedure più adatto alla loro gestione.

A breve entreremo nello specifico della gestione di alcune di queste attività. Il campo di azione è vasto e richiede un elevato grado di competenze tecniche, che spiegheremo entrando nel dettaglio.

Buona Logistica!

Le fasi operative della logistica

Le fasi operative della catena logistica sono schematizzabili con le diverse fasi di manipolazione e trasferimento che la merce subisce lungo il suo tragitto tra il produttore e il consumatore finale.

Trasporto dal produttore al magazzino o deposito: questa fase di trasferimento può avvenire in un unico passaggio, oppure attraverso passaggi intermedi in depositi di consolidamento, magazzini centrali e transit point. Dopo il suo svolgimento, le merci sono presenti nel magazzino distributivo finale.

Lavorazioni di magazzino: questa fase coincide con le attività di manipolazione delle merci, che includono il loro ricevimento e controllo, la loro messa in giacenza (da cui nascono le scorte e la loro gestione), la loro preparazione per gli ordini dei clienti o per la rete distributiva al dettaglio, e la preparazione delle spedizioni. Dopo il suo termine, i prodotti sono pronti per essere immessi nel mercato, che rappresenta la loro destinazione finale.

Trasporto dal magazzino al cliente: in realtà, il destinatario finale può essere tanto il cliente quanto un punto vendita al dettaglio, che a sua volta vende e/o consegna al cliente finale. Questa fase di trasferimento è quella in cui le merci si “sparpagliano” sul territorio, e corrisponde alla vera e propria distribuzione di esse sul mercato. Alla fine di questa fase della catena logistica, si può affermare che la missione principale della logistica stessa, cioè quella di rendere disponibili i prodotti per la loro vendita, sia conclusa.

Esistono altre due fasi, che non sempre sono presenti, e che per cui possiamo chiamare opzionali.

Magazzinaggio nei punti vendita: questa fase logistica non è sempre presente, e in particolare nei casi in cui la rete distributiva preveda esclusivamente consegne dirette ai clienti. Nella realtà, la grande maggioranza delle reti distributive prevede la presenza di punti di vendita al dettaglio sul territorio, in quanto questa soluzione è quella più efficiente e meno gravosa per il trasporto finale.
In questo caso nasce la logistica di punto vendita, che si riassume nella gestione del magazzino (molto più ridotto del magazzino centrale), e nella gestione dello scaffale, traducendo dall’inglese “shelf management”. Questa materia della logistica “confina” con la disciplina del marketing, che studia come e dove posizionare i prodotti nei punti vendita.

Logistica di ritorno: quest’ultima fase del ciclo logistico non è sempre presente, ma soltanto nei casi in cui è previsto il flusso di rientro dei cosiddetti invenduti, o resi. Può essere molto articolata, ad esempio nel caso di resi con prelievo dai clienti, o meno complessa, nel caso dei resi da punti vendita. In entrambi gli scenari, la logistica dei resi è composta a sua volta da una fase di consolidamento dell’invenduto da rendere, da una fase di trasporto a ritroso della merce resa verso i depositi, e infine da una fase di lavorazione di magazzino dei resi, che ha l’obiettivo di generare nuovo valore dai prodotti invenduti, tramite la loro reimmissione sul mercato, o la loro ulteriore resa ai produttori.

Le fasi della logistica meritano un approfondimento dettagliato, che avremo modo di sviluppare in futuro.

Buona Logistica!

Il mercato della Contract Logistics


Abbiamo parlato della scelta che spesso sono chiamate a fare le aziende in merito alla gestione della loro logistica: fare logistica o comprare servizi di logistica.

Per il logistico è molto interessante sapere come si sta muovendo, in questo periodo di crisi mondiale, il mercato dei servizi logistici, cioè il mercato generato dalla scelta, da parte delle aziende manifatturiere o commerciali, di acquistare il servizio logistico per la propria attività presso Operatori Logistici accreditati.

Il ricorso a fornitori logistici è spesso utilizzato da parte di quelle imprese che non considerano la logistica come un’attività core, e che quindi la vedono come un semplice servizio di staff al fianco delle attività di vendita o di produzione.

Dunque, il mercato della logistica, definito in inglese Contract Logistics.
Definiamone gli attributi.

Ambito: esso coincide con il fatturato generato dai servizi integrati di magazzinaggio, trasporto, servizi a valore aggiunto, realizzato nell’ambito di contratti e forniture regolamentati nel tempo.

Dimensioni: la valutazione viene fatta in base ai fatturati delle aziende del settore, e incrociata con i dati relativi alla struttura industriale del settore (indicatori legati agli addetti, alle superfici gestite, ecc.). La dimensione globale stimata per l’anno 2008 è pari a 940 miliardi di euro.

Previsioni: negli ultimi anni gli incrementi del mercato della Contract Logistics sono stati i del 9% nel 2006, dell’8,4% nel 2007 e del 3,3% nel 2008. Per il 2009 si attende una chiusura addirittura in calo di circa l’8%; questo valore, di fronte a cali misurati in alcuni settori dei clienti di logistica in doppia cifra percentuale, rende ragione di un mercato che riesce a decrescere meno del volume che gestisce, e dunque che aumenta la sua penetrazione. Per gli anni 2010 – 2012 le stime prevedono invece aumenti medi annui tra il 2 e il 3%. Ciò tiene conto di una previsione di ripresa dell’economia a partire dal 2011.

Penetrazione della Contract Logistics: definita come il rapporto tra il valore del mercato della fornitura di servizi logistici e il valore totale stimato dei servizi, inclusi quelli che le aziende svolgono al loro interno, dà un’idea della capacità del settore di acquisire clienti, o meglio di trasformare clienti potenziali in clienti reali. Questo valore si pone intorno la 15-16%. I margini di crescita di questa penetrazione sono quindi assai ampi, e permettono di disgiungere la crescita del settore da quella delle merci dei clienti. Infatti esiste la concreta possibilità che l’aumento della capacità di penetrazione della Contract Logistics, ossia di trasformare clienti potenziali in clienti reali, annulli e addirittura ribalti il trend negativo dei settori merceologici dei clienti, garantendole crescita anche in anni di stagnazione economica.

Questi dati sui servizi logistici evidenziano due punti fondamentali:
- la Logistica possiede ancora, e possiederà per molto tempo, margini di crescita elevati, in ragione della sua ancora ridotta penetrazione nel mercato potenziale;
la crescita, ancora più in questi periodi di crisi, si manifesterà come un aumento lento ma costante, e non come un vero e proprio boom.

Avremo modo di tornare spesso sull’argomento della Contract Logistics.
Buona Logistica!

La scelta Make or Buy

Per un’azienda, come abbiamo detto, può essere difficile operare la decisone Make or Buy, quindi scegliere se eseguire le operazioni di logistica al suo interno, oppure affidarle a terzi.

Quando un’azienda si trova di fronte questo tipo di scelta, generalmente è dovuta ad una situazione eccezionale nella gestione, cioè che non ricade nella “normale amministrazione”.
Per esempio, l’ingresso in nuovi importanti mercati, un periodo di crisi delle vendite con la conseguente necessità di ridurre i costi, oppure l’acquisizione di un’altra azienda che incrementa volumi e fatturati di percentuali elevate.

In ogni caso, questa decisione si traduce in una scelta di livello strategico, perché essa non è reversibile se non dopo un certo numero di anni.
Infatti, scegliere di fare o comprare logistica, influenza ed indirizza tutte le successive scelte aziendali, e le direzioni di investimento dell’azienda.

Sintetizzando i vincoli che questa scelta genera, sia in un caso che nell’altro, possiamo considerare i seguenti.

Scelta Make
Scegliere di fare logistica implica la necessità di investire in
- Magazzini: realizzare un magazzino, ed ammortizzarlo, significa impegnarsi finanziariamente almeno per 10 anni, dati i costi elevatissimi di questi investimenti
- Software: anche i costi di realizzazione e gestione del sistema informativo sono elevati, per non parlare di quelli di manutenzione e aggiornamento
- Personale: avere la logistica in casa significa avere il personale che vi lavora, quindi un costo fisso che ci sarà sempre, indipendentemente dai volumi che l’azienda tratterà in futuro

Scelta Buy
Scegliere di comprare un servizio logistico, implica una visione gestionale differente:
- Considerazione del servizio da acquistare: valutarlo bene serve per valutare a chi affidarlo
- Mettere in gara i fornitori che sono in grado di offrire quel servizio
- Scegliere il fornitore che offre il prezzo minimo, e che dà più garanzie.
- Creare una struttura aziendale in grado di controllare e partecipare alla gestione delle attività logistiche date in ousourcing.

Torneremo ancora sull’argomento della terziarizzazione, analizzando i modi in cui farla al meglio.

Buona Logistica!

Logistica e terziarizzazione

Una parte fondamentale della gestione della Supply Chain, ed anche ciò che si intende di solito per antonomasia quando si parla di Logistica, è la gestione del magazzino.

La gestione del magazzino è una materia molto ampia, che deve essere trattata per capitoli, che richiede una grande elasticità mentale, e che può essere affrontata sotto diversi punti di vista.

La gestione del magazzino può essere affrontata internamente all’azienda che produce o distribuisce un determinato prodotto, e allora siamo nel caso dell’attività logistica fatta “in casa” (in house), oppure può essere affidata all’esterno, ossia esternalizzata, o data in outsourcing. In questo secondo caso, la gestione viene affidata ad un operatore esterno.

La gestione del magazzino viene data in outsourcing meno frequentemente di quanto accada per la gestione dei trasporti. Ad esempio, nel caso italiano, la gestione dei trasporti viene affidata ad operatori terzi nel 60% dei casi, mentre la gestione del magazzino viene affidata ad appaltatori esterni nel 15-20% dei casi.

Perché questa differenza? Perché questa propensione a terziarizzare i trasporti e non invece i magazzini?
Nel comune “sentire aziendale” la terziarizzazione viene vista molto spesso (anche a ragione) come una cessione del proprio “saper fare”, ossia del know how aziendale. Terziarizzare, significando far gestire ad altri ciò che fino a ieri si gestiva in proprio, rappresenta in un certo senso rinunciare ad una parte dell’azienda, e nello specifico come rinunciare ad una competenza specifica di essa.

Ebbene, in Italia i trasporti sono spesso visti semplicemente come la parte più “stupida” (a torto, in realtà) della logistica, come quella parte per fare la quale non sono necessarie grandi competenze, e sulla quale non ci si gioca il proprio vantaggio competitivo nella catena logistica. Invece viene spesso identificato, questo vantaggio competitivo logistico, con la gestione del magazzino.

Questa impostazione porta quindi ad avere un mercato del trasporto per conto terzi molto più sviluppato di quello del magazzinaggio per conto terzi. Da qui la grande mancanza di operatori logistici in grado di effettuare tutte le operazioni logistiche, oltre al trasporto, anche relative alla gestione dei magazzini.

L’argomento della terziarizzazione, o outsourcing,di magazzino, è vastissimo, e può toccare gli aspetti relativi a:
- scelta se fare o comprare servizi logistici (make or buy)
- se si è scelto di comprare, quali servizi comprare
- come scegliere il fornitore (operatore logistico)
- come redigere il contratto di servizio (livelli di servizio, tariffe, durate)

Torneremo presto ad approfondire il tema dell’outsourcing logistico.

Buona Logistica!

I parametri del sistema: i drivers

L’approvvigionamento della merce, il suo immagazzinamento, le attività di preparazione e di distribuzione delle merci, devono essere misurate per fare in modo che ognuna di queste fasi funzioni al meglio; le misure vengono fatte con degli indicatori che permettono di definire i livelli di servizio che ogni fase deve soddisfare.

In una catena logistica, o Supply Chain, ogni fase e ogni operazione viene svolta rispettando determinati livelli di servizio. I livelli di servizio definiscono la qualità che una fase logistica deve garantire alla fase immediatamente successiva (cioè al successivo anello della catena logistica); questa qualità viene descritta con degli indicatori.

Questi indicatori interessano diverse caratteristiche di ogni singola fase logistica, che si riassumono in queste:
- Caratteristica del tempo: frequenza e durata di una certa fase
- Caratteristica della qualità: indica come viene svolta la fase, cioè se viene svolta bene (senza anomalie) o se viene svolta male (con anomalie)
- Caratteristica dello spazio: indica quali e quanti spazi una determinata fase occupa per il suo svolgimento.

Per ognuna delle fasi logistiche vengono definiti questi parametri, che sono chiamati drivers del sistema.
Sono chiamati drivers perché essi “guidano” il sistema, cioè lo indirizzano verso una direzione (ad esempio, servizio e qualità), oppure verso quella contraria; e inoltre sono parametri che si possono misurare, dando una quantificazione precisa della situazione.

Come abbiamo detto, si devono scegliere e misurare questi parametri per misurare le prestazioni della nostra catena logistica; vanno immaginati come degli attributi che ogni fase logistica si porta dietro, e che spiegano, per ognuna, se essa viene svolta con la qualità e la tempestività richiesta dalle fase successive.

Avremo tempo in futuro di approfondire il tema dei parametri di prestazione della catena logistica.

Buona Logistica!

Logistica e Supply Chain

La Logistica fa parte, e a volte è esattamente sovrapposta, alla cosiddetta Supply Chain.
Cosa si intende per supply chain?
Letteralmente è la "catena di fornitura", traducendo in italiano, o in altre parole la filiera che un prodotto deve attraversare per giungere dal produttore vero e proprio al consumatore finale.

Quindi, si tratta di una catena... Ma quanto può essere lunga questa catena?
Poche considerazioni generali, che poi approfondiremo più in dettaglio, ci fanno capire che il cammino seguito da una certa merce, dal produttore al consumatore finale, ad esempio in Italia, può essere molto lungo e tortuoso.

Il produttore può essere, sempre più spesso, in Estremo Oriente (il cosiddetto Far East), e il suo prodotto, prima di arrivare nelle nostre case, può letteralmente fare il giro del mondo. E facendo il giro del mondo, esso viene trasportato, imballato, manipolato, scaricato, stoccato, acquisito e venduto molte volte, finchè, nell'ultimo passaggio, viene da noi acquistato e portato a casa.

Quindi la Catena di Fornitura, che chiameremo sempre Supply Chain, può essere davvero lunga, nello spazio e nel tempo; la Logistica si assume il compito di gestire questa complessa catena, in tutto o solo in parte, per permettere ai consumatori di tutto il mondo di beneficiare delle merci prodotte a migialia di chilometri di distanza.

Nella globalizzazione, la Logistica ha il compito di ridurre le distanze, e far sentire tutto il mondo vicino...

Buona Logistica!

Gli ambiti della Logistica

Anzitutto occorre definire di cosa si occupa la Logistica.

L'ambito operativo in realtà è ampio e si adatta alla dimensione e all'attività dell'azienda.
C'è la logistica che si occupa di gestire solo il magazzino, c'è quella che gestisce solo i traporti, c'è la logistica che gestisce entrambi, e c'è la logistica che oltra a questi settori gestisce anche gli approvvigionamenti o gli acquisti.

In ogni caso, la Logistica si occupa di gestire movimenti, giacenze e trasformazione di merci.
Quindi essa si inserisce, sia organizzativamente che funzionalmente, nell'area aziendale delle Operations: con questo termine si indicano le attività aziendali che lavorano sulla parte "fisica" del business. Quindi quelle della Produzione, e della Logistica, appunto, che manipolano, trasportano e custodiscono le merci.

Nei prossimi post entreremo sempre più negli specifici ambiti di azione della Logistica.
Per ora li possiamo elencare in questo modo:
- Il Magazzino
- I Trasporti
- Gli Approvvigionamenti

E inoltre, nella supply chain, la Logistica interviene in diverse fasi della creazione del valore.
Li elenchiano così:
- La Logistica di Produzione
- La Logistica Distributiva
- La Logistica di Ritorno

Approfondiremo sempre più questi argomenti.

Buona Logistica!

Cos'è la Logistica?


La Logistica...

Quando, in azienda o nel parlare quotidiano, si parla di Logistica, ognuno si crea nel proprio schema mentale la sua immagine della Logistica.

L'immagine della Logistica non è unica, non è ben definita nel sentire quotidiano, e nella cultura aziendale, come invece lo sono in genere le altre funzioni aziendali.

L'Amministrazione? si occupa della contabilità, delle banche, dei pagamenti, dei finanziamenti, del bilancio...

Il Commerciale? si occupa delle vendite, del marketing, del pricing dei prodotti da vendere...

Gli Acquisti? si occupano di acquisire beni e servizi, dei costi di acquisto...

La Produzione? si occupa di produrre, delle distinte-base, dell'assemblaggio, del controllo qualità, della gestione di stabilimento

Il Personale? si occupa di politiche retributive, di assunzioni, di organigrammi, di programmi di carriera...

E la Logistica? è solo il Magazzino? o i Trasporti? o gli Approvvigionamenti? o tutto insieme, e anche di più?

In questo blog metteremo in campo le esperienze e le competenze per, anzitutto, capire cos'è la Logistica, e poi gestirla e progettarla.

Buona Logistica!