Il ruolo degli operatori logistici – seconda parte


Abbiamo visto nella prima parte quali sono i requisiti che un Operatore Logistico deve possedere per esprimere la sua attività e dare corso al valore aggiunto che il cliente si attende da esso: capacità di operare, capacità consulenziale, e capacità di sviluppare i propri sistemi informativi a supporto delle prime due.
Vediamo ora in dettaglio queste caratteristiche.

- Capacità di operare concretamente nelle attività logistiche

E' la base necessaria, che consiste nell’avere a disposizione, o rendere disponibili, le risorse atte ad operare in campo logistico. Si tratta di risorse strumentali, quali magazzini, veicoli, attrezzature, infrastrutture in genere, e di risorse umane, intese come operatori e addetti, dalla cui abilità dipende spesso il buon risultato di un servizio logistico. Inoltre, ma non ultima, la capacità di gestire queste attività labour-intesive, senza la cui organizzazione i risultati non arriveranno.

- Capacità consulenziale

Si traduce nella attitudine a comprendere, codificare e normare con precisione le esigenze del cliente, progettando e realizzando sistemi logistici aderenti ad esse. Questa abilità è fondamentale per realizzare servizi logistici idonei alle richieste, che forniscano esattamente ciò che il cliente richiede, senza eccedere in offerte non desiderate, e senza restringere l’offerta stessa entro confini troppo ridotti rispetto ai desiderata. Mentre nel caso della capacità operativa, essa rappresenta una condizione senza la quale l’operatore non può nemmeno esistere, in questo secondo caso, tale caratteristica è abbastanza rara, e circoscritta a poche aziende.

La terza, ultima e funzionale, capacità dell’operatore logistico risiede in quella di saper progettare, sviluppare e adattare alle diverse esigenze un proprio sistema informativo; questa parte, rappresentando il sistema nervoso e cognitivo del servizio, è ciò che rende possibile l’efficiente ed efficace utilizzo delle risorse operative, oltre che l’analisi e l’ideazione di nuove soluzioni. Un buon operatore logistico investirà quindi massicciamente in questa area.

Ma quali sono le criticità incontrate nel corso della cessione di attività a operatori logistici?
Sostanzialmente due, entrambe di tipo organizzativo e “politico”.


La prima consiste nel fatto che l’azienda cliente, cedendo attività all’esterno, deve rinunciare al controllo o per lo meno accettare una ridotta conoscenza del proprio futuro logistico: ciò porta spesso a “irrigidire” il contratto logistico, impedendo di fatto al fornitore logistico di applicare la propria esperienza in funzione migliorativa.
La seconda, tutta dell’operatore, è legata alla necessità di uso di risorse umane “esterne” (cooperative, lavoratori interinali), alle quali, per mancanza di fidelizzazione, “partecipazione” ai valori aziendali e tensione al miglioramento, è difficoltoso applicare politiche di gestione basate sulla partecipazione dei dipendenti e sul raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Per ovviare a queste criticità, la soluzione è quella della chiarezza e univocità di suddivisione dei compiti e delle responsabilità; quindi contratti di servizio chiari ed espliciti, livelli di servizio e tariffe oggettivi, gestione dei contratti affidati a professionisti.

Sono temi molto interessanti che avremo modo di approfondire anche in seguito.

Buona Logistica!

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